In media per riuscire ad affittare una stanza singola a Roma si spendono 577 euro. Con un aumento del 41% rispetto al 2021. Più ridotta la crescita del canone per i trilocali, che sale del 31%. Guardando ai dati delle altre grandi città italiane, il prezzo di Roma non è tra i più alti: a Milano, infatti, per una singola si spendono 714 euro (è il dato più alto a livello nazionale), a Bologna 651, a Firenze 618. Molto più basso, invece, il costo a Napoli: 468 euro.
Inoltre, a leggere i decreti di concessione registrati dagli organi di controllo e quindi effettivamente ammessi a finanziamento, si scopre così che alla data del 15 marzo 2025 i nuovi posti letto disponibili sono 11.275, appena il 20 per cento di quelli promessi, a un anno dalla dead line stabilita dalla ministra Bernini.

Il Caso Ex Dogana a Roma
Uno degli aspetti più controversi della questione, in verità, è proprio il massiccio trasferimento di fondi pubblici a soggetti privati che, con l’avallo del governo, hanno ottenuto un così massiccio drenaggio di risorse, senza poter assicurare, di contro, un adeguato ritorno in termini di accessibilità e diritto allo studio. Il costo medio stanziato per ogni posto letto è stato di circa 20mila euro.
La maggior parte (il 75 per cento) delle risorse stanziate dal Pnrr sono finite nelle tasche di enti e fondazioni che hanno alzato i prezzi dei posti letto per adeguarli agli standard di mercato, mentre il numero dei posti letto messi a disposizione per gli studentati pubblici, negli ultimi anni, è diminuito.
E’ il Caso dell’Ex Dogana di Roma, dove una stanza per lo studente ha raggiunto il costo di circa 1.400 Euro al mese.
Una tendenza, ossia quella di affidare la realizzazione di soluzioni abitative sostenibili a fondi privati e spesso stranieri, che sembra essere in linea anche con le politiche dei comuni e delle amministrazioni locali, di fatto lontane dalle reali esigenze dei cittadini e sempre più vicine alle logiche speculative di mercato.