1-555-555-555

Pitagora ed il potere del silenzio: “Ascolta, sarai saggio”

Per Pitagora, il silenzio non era l’assenza di parole, ma una condizione preliminare alla conoscenza.

In quale spazio nascono la saggezza e la comprensione? Per il filosofo greco Pitagora era nel silenzio: il primo passo verso la saggezza. «Ascolta, sarai saggio. L’inizio della saggezza è il silenzio», diceva il saggio di Samo. Che senso aveva il suo famoso voto di silenzio di cinque anni e perché questa pratica filosofica può esserci utile ai giorni nostri?

Pitagora e il silenzio come virtù filosofica

Il saggio Pitagora non era un filosofo ordinario. Fondò a Crotone, nella Magna Grecia (l’attuale Italia meridionale), una comunità che combinava filosofia, religione, matematica e una rigorosa etica di vita. I suoi discepoli erano conosciuti come pitagorici, ma non studiavano solo numeri e geometria: praticavano anche la meditazione, la dieta vegetariana, la vita austera… e, soprattutto, il silenzio.

Durante i primi cinque anni nella scuola pitagorica, gli iniziati non potevano parlare. Questo lasso di tempo si riduceva ai «soli» due anni se si presentava una personalità centrata e serena. Il voto di silenzio non era una semplice prova di obbedienza né un capriccio; era un modo per «riavviare la mente». Eliminando il linguaggio, il discepolo era costretto a osservare, ascoltare e riflettere senza alcun tipo di distrazione o pregiudizio. Il silenzio, di per sé, faceva parte della loro educazione. Per Pitagora, infatti, la conoscenza non veniva trasmessa solo con le parole, ma anche con l’anima che si purificava ascoltando la natura, il cosmo e sé stessi.

Il silenzio come pedagogia trasformativa

Infatti, è un principio che caratterizza anche il voto di silenzio del buddismo, secondo cui la sua pratica migliora l’autocoscienza, calma la mente, serve ad allenarci ad ascoltare invece che a parlare e a imparare a parlare solo quando è opportuno. In questo scenario, le parole, quando vengono pronunciate, acquisiscono un valore insolito.

La pedagogia del silenzio pitagorico aveva un obiettivo profondo: formare non solo menti brillanti, ma esseri integri. Nella sua comunità, il silenzio era una disciplina iniziatica che permetteva di decostruire l’apprendista dal rumore del mondo esterno per iniziare a comprendere l’ordine matematico dell’universo.

Tuttavia, il silenzio oggi è stato sostituito da una costante iperstimolazione. Le aule, i social network, persino i nostri pensieri, fuggono dal silenzio come se fosse una minaccia, ma senza di esso non c’è spazio per l’ascolto profondo né per il pensiero critico.

I benefici del silenzio secondo la scienza

Sebbene Pitagora non disponesse di risonanze magnetiche né di studi clinici, la sua intuizione sul potere del silenzio ha trovato sostegno nella neuroscienza contemporanea. Uno studio del 2013 (con roditori) pubblicato sulla rivista Brain Structure and Function ha rivelato che due ore al giorno di silenzio favorivano la crescita di nuove cellule nell’ippocampo, un’area chiave per la memoria e l’apprendimento. Inoltre, il silenzio migliora la concentrazione, riduce lo stress e ci permette di regolare le nostre emozioni.

Tacere per ascoltare

Il silenzio pitagorico era la via verso la ricerca della saggezza come obiettivo primario della filosofia. Da qui, imparare a tacere prima di parlare permette alle nostre parole di acquisire peso. L’affermazione «uno stolto si riconosce da ciò che dice; un saggio, dal suo silenzio», attribuita anche a Pitagora, si traduce ai nostri giorni in una forma di comunicazione più consapevole. Ascoltare senza interrompere; non reagire impulsivamente; non parlare per il gusto di parlare e permettere a noi stessi di comprendere senza invadere l’altro.

Per Pitagora, il silenzio era anche un ponte verso il divino. Nella sua cosmologia, l’universo era governato da proporzioni matematiche, da una «musica delle sfere» che poteva essere percepita solo dall’introspezione interiore. L’anima, secondo questo saggio greco, è immortale e può migrare da un corpo all’altro, ma per farlo deve prima purificarsi. E per riuscirci, la prima cosa da fare è accettare il silenzio. Non sempre è necessario dire di più per sapere di più; a volte basta tacere e ascoltare.

STORICA – National Geographic