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Noi vogliamo la Rigenerazione di Roma

Noi vogliamo la rigenerazione urbana sostenibile della capitale, ma non quella dei capitali a cui viene svenduto il patrimonio per poi portare i profitti all’estero, ma vogliamo una rigenerazione del Patrimonio di Roma per i romani. Troppi gli episodi di criminalità legati all’abbandono degli immobili per credere che sia solo un caso. Troppe le scuse avanzate dalle amministrazioni per la loro inerzia.

La verità è che, come ha scritto Italo Insolera nel suo ‘Roma moderna’ (Einaudi), lettura obbligata per studenti capitolini d’architettura e non solo, “Roma, in cento anni, non ha mai visto operanti dei piani che fossero veramente atti di civiltà e di amore; i piani sono sempre nati dalla fretta della politica e dalla presunzione di un disegno, preceduti e accompagnati dalla lotta – e dall’accordo – degli speculatori”. Questo magma di cemento, degrado, fiamme e cattive intenzioni è l’epitaffio di decenni di mancanza di visione politica. Delitto perfetto. Nessuno ne porta davvero la croce della responsabilità. Non Gualtieri o la Raggi. O Marino o Alemanno o Rutelli o Veltroni. Nessuno. Né i capi dipartimento o i capi di gabinetto o i direttori generali. Ciascuno detiene un pezzetto, una micro-quota, ma nessuno ha il pacchetto completo: come gli indovini puniti da Dante ecco i politici avanzare col capo rivolto all’indietro, alla ricerca del colpevole. Che però non c’è mai, disperso tra le nebbie, tra i decenni, tra le leggi-provvedimento degli anni Cinquanta quando si preferì trasferire denari alla Capitale pur in assenza di una razionalità amministrativa e governativa. 

Unica soluzione, ora: abbattere tutto e poi ricostruire, nel nome della dignità. E commissariare la città. Per molto tempo.

di Andrea Venanzoni