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Vogliamo Rigenerare il Patrimonio: No alla Svendita dei Beni Pubblici

La proposta di un piano nazionale da 20mila alloggi, il 10% circa nella Capitale, da parte di Legacoop Abitanti, ci ha sicuramente rallegrato ma allo stesso tempo sono sorte molteplici perplessità circa:

  • La volontà di costruire ex novo invece di rigenerare il territorio, giustificando tale scelta in virtù di un risparmio economico irrealistico;
  • Non è chiaro se gli immobili verranno svenduti agli operatori economici oppure saranno affidati secondo dei bandi concorso per l’affidamento in concessione. Per noi il bene deve restare pubblico;
  • Le modalità di affidamento degli immobili non sono chiare, si sarebbe dovuto descrivere in modo esaustivo le modalità di riscatto, se previste, e gli importi massimi di locazione. Non prevedere questo limite significa su Roma, come è recentemente successo, vedere realizzate stanze per studenti con canoni proibitivi.

Roma, come molte altre città, rischia di divenire lo scenario di una speculazione edilizia che mira ad acquisire gli immobili pubblici a basso prezzo, per proporre canoni di locazione o prezzi di vendita rivolti esclusivamente a stranieri o cittadini privilegiati. Inoltre la svendita degli immobili, spesso a fondi stranieri, estrae ricchezza dal quartiere invece di crearla.

Per noi, la rigenerazione urbana si contrappone con la sua essenza alla mera speculazione edile. L’una ricerca l’armonia dell’insieme l’altra esclusivamente il profitto.

La nostra visione, ossia rigenerare il patrimonio mettendolo a servizio dei cittadini, prevede il mantenimento del patrimonio stesso, la sua rigenerazione urbana sostenibile e la soluzione ai problemi di inclusività ed emergenza abitativa, per una crescita socio culturale della comunità.

A nostro avviso Il piano dovrebbe riguardare esclusivamente, oltre a sensibilizzare la Banca Europea degli Investimenti (Bei) per un investimento di quasi 5 miliardi di euro in un decennio, per costruire almeno 20mila alloggi in tutto il Paese, la rigenerazione del patrimonio esistente, e solo in caso di necessità anche la realizzazione di nuovi fabbricati.

All’interno delle Amministrazioni, siamo ancora lontani da una chiara consapevolezza circa la propria responsabilità nei confronti della grande crisi abitativa che sta investendo tutta l’Europa. La Commissione Europea, infatti, ha introdotto l’alloggio a prezzi accessibili tra le nuove sei priorità delle Politiche di Coesione e ha proposto dei modelli per distribuire sovvenzioni in combinazione con prodotti finanziari, con l’intento di mobilitare e incentivare ulteriori investimenti pubblici e privati. Ma le Amministrazioni ad oggi stanno davvero facendo molto poco, e sembrano orientate sempre di più alla svendita del patrimonio piuttosto che al suo recupero nel rispetto della storia dei quartieri e del territorio.

Proprio per questo rimane fondamentale il lavoro portato avanti da tutte quelle realtà del terzo settore, che si occupano di recupero del patrimonio esistente, ossia: sollecitare le amministrazioni a prendere consapevolezza della propria responsabilità ed istruire, come previsto dal Regolamento e dalle Delibere Comunali, bandi concorso per l’affidamento in concessione delle strutture per le quali sono stati presentati i progetti di Rigenerazione Urbana. Un passo alla volta, siamo convinti che la direzione sia stata tracciata.